Conservativa

L’odontoiatria conservativa ci consente di ripristinare la corretta funzione masticatoria del paziente.

Otturazione in Composito

Otturazione in Composito

Otturazione in Composito
Otturazione in Composito

L’otturazione in composito è una tecnica che utilizza un materiale chiaro, scelto dell’esatto colore del dente, per otturare le aree aperte dentali create da una precedente asportazione del tessuto carioso dentale.

Fasi del trattamento di otturazione:

  • anestesia locale
  • isolamento con diga di gomma, fondamentale per eliminare l’umidità e favorire l’adesione del materiale
  • rimozione della carie
  • acidificazione, ossia l’applicazione di un mordenzante acido sul dente che crea adesione meccanica
  • adesione chimica, si applica un primer per creare uno strato di collegamento tra la resina e il dente
  • ricostruzione, si applicano strati supplementari di composito che vengono induriti tramite l’utilizzo di speciali lampade con luce a led
  • rifinitura, permette il raggiungimento delle caratteristiche estetiche volute e la minor capacità di ritenzione di placca possibile oltre che a un maggior comfort da parte del paziente
  • aggiustamento occlusale, rifinitura dovuta all’operazione di masticazione, essa viene testata facendo chiudere la mandibola su di un foglio di carta copiativa estremamente sottile, i punti di contatto eccessivi o indesiderati dovuti all’eccessiva quantità di pasta inserita nel dente vengono rimossi

L’otturazione rende il dente inizialmente più sensibile a causa della rimozione della carie che operava da anestetizzante, ma la sensazione svanisce dopo poche ore.

L’uso della diga può creare un po’ di infiammazione gengivale, e le arre iniettive alcune volte danno fastidio qualche giorno, ma poi tutto passa.

In alcuni casi dopo l’otturazione il dente può fare male anche dopo vari giorni, a causa o di piccole bolle d’aria che si sono create a livello dell’adesivo, o per una vicinanza eccessiva al nervo, per cui sarà necessario devitalizzare il dente.

Il composito è una pasta di materiale plastico che possiede caratteristiche estetiche ed è in grado di incollarsi fisicamente al dente tramite un trattamento adesivo. La sua varietà di colore, quindi la capacità di mimetizzarsi sulla superficie del dente, ne privilegia l’utilizzo da parte dell’odontoiatra e la scelta da parte del paziente. Questo materiale è composto da tre sostanze principali: una resina di base, che costituisce la matrice organica; le particelle di materiale inorganico, costituenti il riempitivo rinforzante o fase dispersa; l’agente legante, che agisce da collante tra il materiale resinoso e il materiale inorganico.

composito

Endodonzia

Endodonzia

ENDODONZIA

L’endodonzia si occupa di trattare il tessuto molle (polpa, costituita da sistema nervoso, linfatico e sanguigno) contenuto all’interno del dente chiamato comunemente “nervo”. Il trattamento consiste nel rimuovere la polpa infiammata, disinfettare i canali e poi sigillarli ermeticamente con una sostanza biocompatibile (guttaperca). Casi di applicazione:

  • carie profonda (che arriva al nervo);
  • dente fratturato o molto scheggiato;
  • ascesso o gonfiore;
  • forte sensibilità al caldo e al freddo;
  • dolore alla masticazione;
  • scolorimento del dente;
  • necessità protesiche.

Fasi del trattamento di trattamento endodontico:

  • radiografia del dente oggetto di trattamento tramite RX LOCALIZZATA;
  • isolamento del campo operatorio con diga di gomma, cioè un foglio di lattice attraverso il quale grazie ad appositi buchi vengono fatti uscire i denti sui quali lavorare, mantenendo il campo di lavoro asciutto e privo di contaminazioni;
  • eliminazione della carie e ricerca dei canali del nervo. Alcune volte si necessita dell’uso o di occhialini ingrandenti o microscopio;
  • detersione dei canali, consistente nel rimuovere i batteri e la polpa non vitale attraverso strumenti manuali, rotanti e liquidi irriganti che lasceranno i canali puliti;
  • sigillatura, consiste nel chiudere gli spazi all’interno delle radici per evitare il proliferarsi di batteri, il metodo più utilizzato è quello dei coni di guttaperca, che una volta scaldati aderiranno alla forma del canale radicolare.

Con le tecnologie presenti oggi, il dente per il 90% dei casi si apre e si chiude nella stessa seduta! E il paziente non dovrà sentire alcun dolore se non quel leggero fastidio nel fare l’anestesia prima di iniziare la terapia.
Solo in alcuni casi l’anestesia dovrà essere eseguita intracanalare, creando un po’ più di disagio, ma tutto deve passare in pochi secondi.

Dopo circa una settimana, sarà necessario procedere con la ricostruzione del dente che essendo stato aperto risulta ora molto debole, con spesso l’utilizzo di perni radicolari in fibra di vetro o carbonio.

Dopo l’intervento il dolore dentale presente prima della terapia sparisce, ma rimane per qualche giorno un leggero fastidio dovuto alla terapia e alle aree di iniezione del l’anestesia, specie durante la masticazione.
In alcuni casi, successivamente alla ricostruzione, a causa della maggiore fragilità assunta dal dente dopo l’endodonzia, il dente dovrà essere rinforzato con una capsula per evitare fratture.

Recupero della Morfologia Dentale

L’odontoiatria conservativa è il ripristino dell’integrità anatomico-funzionale del dente, andata persa in seguito a lesione cariosa o traumatica, mediante il recupero della sua morfologia e struttura.

Cos'è l'Endodonzia

L’endodonzia è una disciplina della medicina odontoiatrica, che ha il compito di rimuovere il tessuto infiammato o necrotico presente nei denti attraverso l’apertura di una cavità di accesso, di un allargamento dei canali radicolari, di un’adeguata decontaminazione batterica e di un adeguato sigillo delle aree del dente che sono state strumentate. La sua funzione è indirizzata all’eliminazione del dolore e alla conservazione del dente, evitandone cosi l’estrazione.

Educazione alla Corretta Pulizia

Sviluppiamo programmi mirati all’insegnamento e mantenimento di una buona pulizia di tutta la bocca per i nostri pazienti con particolare attenzione per le condizioni che sono più a rischio (pazienti portatori di protesi, impianti o apparecchi ortodontici, bambini con dentizione in fase di sviluppo, pazienti con difficoltà manuali, etc.).
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